Il NEW LOOKNel 1946
Christian Dior travolge e conquista il mondo della moda con la
"Ligne Corolle" che passerà alla storia con il nome di
"New Look" per la sua forza evocativa e innovativa. Il completo principale attorno a cui viene costruita l'intera collezione è composto da una giacchina chiara, piccola e aderente, con le spalle strette, i fianchi arrotondati e la vita ben segnata detta T-Bar e una gonna scura, alla caviglia, ampia e voluminosa come la corolla di un fiore. L'insieme dona al corpo una forma sinuosa a clessidra, una boccata d'aria fresca rispetto al parallelepipedo rigido e sottile degli anni '40 con giacche lunghe dalle spalle ampie e imbottite e gonne più corte e rettangolari simili a divise militari.
Il primo completo T-Bar che ha dato origine al New Look
Silhouette anni '40 a confronto, prima e dopo Dior
Una gonna a ruota di Dior pesava circa 4 Kg, richiedeva in media 40 metri di stoffa per essere realizzata e poteva tranquillamente superare i 40.000 franchi; quello che per i critici è
"un'enorme spreco di tessuto e denaro per un oggetto bellissimo ma inutile" diventa per le donne un simbolo di riscatto, una promessa consumistica di benessere e femminilità dopo i sacrifici della guerra, non a caso le prime gonne fai da te vengono imbastite sfruttando le coperte dell'esercito, i teli da oscuramento e i resti dei paracadute. Negli 11 anni successivi, fino alla sua morte, Dior propone ben 22 varianti (2 all'anno, una per stagione) della linea originale: a mughetto, a tulipano, a palloncino, profilata, allungata, diagonale, obliqua, ad A, a S, a H, a Y , a Y rovesciata, a sacchetto, a freccia, ecc giocando con i dettagli e le proporzioni, aumentando o diminuendo i volumi, alzando e abbassando gli orli (ma mantenendoli sempre sotto il ginocchio). Ottengono tutte un grandissimo successo e si diffondono a livello mondiale grazie a un ingegnoso sistema di brevetti e licenze per "copie originali" e "copie dal modello originale" inventato da Dior che anticipava nella moda i concetti di diritto d'autore, branding e copyright.
Il "New Look" in realtà era un
"old look" che si proponeva di restaurare forme, stili, convenzioni, ruoli sociali e familiari del secolo precedente. Dior, come molti stilisti omosessuali repressi dell'epoca, per tutta la vita cerca di proporre e replicare l'abbigliamento della madre, una dama dell'alta società conservatrice e austera che non ha mai smesso di vestirsi e comportarsi come se fosse ancora nell'800. I "nuovi" abiti da sera pesavano 20/30 Kg e, proprio come nella Belle Epoquè, avevano una struttura interna composta da numerosi strati di sottogonne in tulle e mussola, fodere in taffetà, bustini, stringivita e reggiseni imbottiti e rinforzati incorporati, parti di sostegno in legno, paglia, cuoio, metallo, ecc che provocavano dolore e rendevano molto più complicato respirare e fare da sole gesti semplici come camminare, sedersi, entrare e uscire dall'auto. Purtroppo ben poche donne sembrano rendersi conto di quella che dalle femministe inglesi viene definita
"una gabbia dorata" e da Simone de Beauvoir
"la prigionia dell'eleganza". Fra le poche voci fuori dal coro,
Coco Chanel, che a 72 anni, dopo ben 15 anni di ritiro dalle scene, decide di riaprire l'atelier e tornare a lavorare per contrastare quello che considera un enorme passo indietro per l'emancipazione femminile, un colpo di spugna sulle conquiste degli anni '20 e '40. Può sembrare assurdo ma le donne in Europa hanno goduto di molta più libertà durante le guerre che dopo e, in generale, l'ideale femminile sorto dalle ceneri della prima guerra mondiale aveva molti più diritti di quello nato dopo la seconda. Dior avvolge la donna in un bozzolo di seta e la pone su un piedistallo, un bellissimo oggetto da ammirare, un angelo del focolare, madre-moglie-casalinga perfetta, racchiusa in bustini e stoffe così pesanti da impedirle di muoversi liberamente. Chanel, invece, pone la donna al centro del mondo, la rende un soggetto attivo, dinamico, indipendente, in grado di guidare, viaggiare, fare sport e lavorare. Se la battaglia dello stile ai tempi fu sicuramente vinta da Dior, la storia ha dato ragione a Chanel perchè tutte noi nell'armadio abbiamo decine di capi come i pantaloni o il tubino nero che consideriamo normali, quasi banali, solo grazie a lei.
Se la cliente tipo in Europa era una donna giovane ma sposata, benestante, elegante e sofisticata, negli Stati Uniti la gonna a ruota diventa il capo preferito delle teenager, la prima generazione di ragazzine a cui è concessa la libertà di vivere la propria età, abbinata a una coda di cavallo, orecchini a cerchio e scarpe basse è la compagna perfetta per lanciarsi in balli scatenati a ritmo di
rock'n roll e offre una scusa innocente per mostrare in modo casuale una porzione di gamba scoperta in più.
Durante gli anni '60 dominati dalla minigonna e da linee dritte, essenziali e geometriche, il New Look è considerato fuori moda,
"uno stile per vecchie signore"; negli anni '70 la gonna a ruota riappare come gonnellone hippy e folk, una versione più informale, semplificata e allungata, in jeans, lino, velluto o cotone, decorata con dettagli etnici. Torna di gran moda, più pop e ironica, negli anni '80, gonfia, sopra o sotto il ginocchio, con vita elasticizzata, a balze, in tulle, a pois, damascata, con colori fluo, ecc spesso abbinata a collant o fuseaux (leggings) ricamati, a rete o in pizzo come nei video di Madonna e Cindy Lauper. Negli anni '90 diventa una vera e propria opera d'arte grazie ai pezzi unici dipinti a mano di Prada, ancora oggi esposti in alcuni dei musei d' arte contemporanea più importanti al mondo.