Posts written by missholly

view post Posted: 27/4/2016, 14:15     Contorno occhi a confronto - Prodotti a confronto!
Il roll on Domus Olea è un siero leggero, asciutto e di facile assorbimento, più adatto al giorno, sotto il trucco, d'estate e a quelle pelli misto-oleose che tendono a occludersi facilmente (a me persino lo Jalus Eyes ogni tanto fa uscire qualche brufoletto in zona); chi ha la pelle più secca o matura preferirà di sicuro alternarlo a qualcosa di più ricco e nutriente di sera e in inverno. La cosa che mi sta colpendo di più, e di cui sento parlare poco in giro, è la sua capacità di fare da base-primer al correttore, non solo rende il finish più luminoso grazie ai pigmenti riflettenti all'interno, ma ne aumenta la durata e migliora la resa facendolo andare meno nelle pieghette e rendendo meno necessario l'uso della cipria.
view post Posted: 19/4/2016, 15:41     Wishlist di danielita - La Bio-Lista dei Desideri!
:syo: ...mi vado a nascondere in un angolo, la mia influenza non ti fa bene!!! :lol:
view post Posted: 4/4/2016, 10:44     Makeup d'epoca: gli anni '70 - Di tutto un pò!


"Che cos'è davvero bello?" Solo negi anni '70 ci si pone per la prima volta seriamente questa domanda, fino ad ora le persone si erano limitate ad accettare e seguire ideali imposti dall'alto. C'è chi è convinto che la risposta sia nella purezza dello stile hippy, nel frattempo accettato da ogni ceto sociale e diventato più elegante e raffinato con tocchi etnici e romantici (folk, bohemienne), chi nell'artificiosità delle luci da discoteca, altri ancora nell'estetica più sporca e realistica di operai, rivoluzionari e guerrieri. In ogni caso tutti sembrano concordare su quanto sia necessario apparire il più giovani e piacenti possibile per ottenere successo nella vita pubblica e privata.

Al lavoro, per evitare di essere accusate di occuparsi più del proprio aspetto fisico che della carriera, le donne adottano un look "finto naturale", quindi una leggera crema colorata come base, smalto trasparente, lucidalabbra, ombretto nude, sopracciglia folte (tornate in auge grazie all'esordiente Brooke Shields e alla modella Margeaux Hemingway), terracotta (bronzer) per un'effetto "baciata dal sole" e capelli apparentemente lasciati asciugare all'aria aperta. Il taglio più amato e imitato era quello di Farrah Fawcett nella serie tv Charlie's Angels (1976/1980), biondo California, scalatissimo, gonfio e vaporoso con le punte rivolte verso l'esterno grazie a un lungo e complicato lavoro di messa in piega con spazzola e phon. Diventano di gran moda le meches e la permanente che cerca di replicare invano le forme e i volumi dello stile afro; le donne afro americane, infatti, dopo secoli in cui hanno cercato di nascondersi, lisciarsi e uniformarsi, iniziano a ostentare con orgoglio i loro capelli naturali con acconciature ricce ampie, alte e tondeggianti, simili a un'aureola.





Margeaux Hemingway


Farrah Fawcett


Afro-look

Di sera il lino e il velluto stratificati vengono sostituiti da attillatissimi capi in lycra, lurex, lattice e poliestere e il look diventa più vistoso, intenso e scenografico, ispirato ai clienti più in vista di club come lo Studio 54 di New York, il Regine's e Les Baines Douches di Parigi o l'Annabelle's di Londra. La professionista acqua e sapone, ancora alla ricerca di una sua identità, abbonda con il trucco e si trasforma in una femmina a tutto tondo: ombretti colorati, vivaci, scintillanti, glitterati e metallizzati, stesi fino alle soppracciglia che diventano sottilissime e arcuate, ispirate al revival degli anni '30, con labbra lucide rosso scuro o quasi nere e la pelle iridescente grazie a brillantini oro, argento e multicolore.







L'amore per gli ombretti sostituisce l'ossessione per l'eyeliner degli anni '60, vengono prodotti e sperimentati i finish e le texture più diverse: liquido, in crema, in gloss, in stick, waterproof, sottoforma di pastello a cera, ecc.



BIBA: nel 1970 la stilista di moda Barbara Hulanicki, a capo del marchio Biba, lancia la sua linea di makeup rivoluzionando tutto quello che fino a quel momento era stato considerato normale e accettabile. Sono tra i primi a produrre cosmetici per le donne afroamericane e per gli artisti maschili della scena glam rock (David Bowie fra i clienti più fidati), hanno inventato rossetti, prodotti per il viso, blush e contouring in tonalità inedite come il verde, il blu e il nero. Il colore più amato del decennio è sicuramente l'azzurro in ogni sua versione ma quello più innovativo, e che oggi consideriamo banale, è stato il marrone, mai prodotto prima in così tanti finish e sfumature, dal beige al bronzo, riscontrando da subito un'incredibile successo. Il loro rossetto marrone scuro, previsto come un sicuro fallimento dagli addetti ai lavori, andò sold out in poche ore in tutto il mondo. Negli anni '50 e '60 la maggior parte degli ombretti veniva venduta in piccole scatoline con due o quattro colori rigorosamente abbinati fra loro e con istruzioni d'applicazione ben precise, Biba invece propone grandi palette con decine di colori accesi e inusuali, apparentemente incompatibili fra di loro, come ruggine, melanzana, ottanio, mandarino, mattone, pistacchio, mostarda, ecc. volutamente senza libretto d'istruzioni per lasciare libera la creatività della cliente. Molti marchi moderni si ispirano ancora a questo modello iniziale, primo fra tutti Urban Decay con le serie Naked e Vice per packaging, concept e colore. Il tipico look Biba ( bibaesque ) ha un'allure retrò, una rivisitazione moderna degli anni '20/'30, prevede pelle del viso glossata, con riflessi metallici e ampie morbide sfumature di colore attorno agli occhi. I loro negozi erano fra i pochi posti in cui era concesso truccarsi e provare i prodotti liberamente oltre a offrire campioncini gratuiti.

Logo e packaging nero con dettagli oro ispirati all'art deco, economico ma dall'aspetto lussuoso, allo stesso tempo antico e moderno.


Il rossetto blu-nero al centro sarebbe considerato all'avanguardia anche oggi!


David Bowie dietro le quinte del "Life on Mars Tour" mentre realizza uno dei trucchi di scena pensati per il personaggio di Ziggy Stardust:



Una giovane Anjelica Houston in total look Biba, abbigliamento compreso.


Prodotti d'epoca originali in azione dal minuto 5.27 in poi , la qualità e la pigmentazione dei loro ombretti rimane una delle migliori della storia ed erano più che altro minerali pressati dato che l'uso massiccio dei siliconi comincia solo negli anni '80:


The Body Shop: gli ideali hippy entrano a far parte del mondo della cosmesi nel 1976 quando Anita Roddick, figlia di immigrati italiani, fonda a Londra il primo negozio della sua catena. L'idea di base era quella di contrapporre alle grandi aziende multinazionali basate sulla tecnica e la chimica, una nuova filosofia più rispettosa della pelle dei clienti, dell'ambiente, degli animali, dei diritti dei lavoratori e dei prodotti di bellezza tradizionali locali; a lei si deve la diffusione di una maggiore sensibilità sui temi ecologici in produttori, acquirenti e venditori. Fra le sue battaglie anche quella per ottenere una sorta di copyright sul lavoro di visagisti e truccatori, lanciando la figura professionale del makeup artist.

Anita Roddick nel suo magazzino-laboratorio durante la fase di imbottigliamento delle creme corpo, i primi tempi la lavorazione era interamente di tipo artigianale e manuale.


Il corpo ideale era alto, snello, slanciato, atletico e perennemente abbronzato grazie a vacanze, autoabbronzanti e lampade UV. Si diffonde l'abitudine di fare jogging prima o dopo il lavoro e di andare in palestra regolarmente; le lezioni più seguite erano quelle di aerobica resa popolare dai video casalinghi di Jane Fonda. Gli adolescenti degli anni '50 e '60 sono cresciuti e sono terrorizzati dall'idea di cambiare, invecchiare e ingrassare, pretendono dalla scienza e dalla tecnologia risposte che diano l'illusione di fermare il tempo. Da qui, il boom di creme antirughe, brevetti di molecole antiage e lo sviluppo di aziende dietetiche, barrette e beveroni dimagranti.

Jane Fonda in palestra



La prima generazione di ragazze cresciuta portando i pantaloni, invece, è consapevole dei propri diritti grazie al femminismo, è impegnata socialmente e politicamente e rifiuta di essere considerata un oggetto sessuale quindi spesso evita di truccarsi in segno di protesta o "sporca" il viso con colori scuri come se stesse andando in trincea.

Manifestazione per i diritti delle donne (New York, 1970)

I punk , più di tutti, hanno messo in discussione l'ideale comune di bellezza con tatuaggi, anelli e spille nel naso e nelle orecchie, capelli rasati ai lati con alte creste centrali multicolori o corna da diavolo create col gel, trucco sbavato, senza contorni definiti, con molto nero su viso, occhi e unghie in contrasto con una carnagione pallidissima. Per loro era "bello" tutto ciò che spaventava i benpensanti e metteva in discussione le regole morali consolidate.





La svastica spesso aveva solo connotazioni simboliche e provocatorie non politiche o ideologiche come negli anni '30/'40.


Attraverso la sua boutique "SEX" nel centro di Londra, Vivienne Westwood ha aiutato il gruppo dei Sex Pistols a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo e ha codificato e ufficializzato le basi dello stile punk.

Icone di stile: la modella Lauren Hutton, la cantante e poetessa Patti Smith, la star del punk Nina Hagen, la moglie del cantante dei Rolling Stones e ospite d'onore dello Studio 54 Bianca Jagger, le regine della disco music Gloria Gaynor e Donna Summer, le attrici Jane Birkin, Charlotte Rampling e Catherine Deneuve, la protagonista della serie tv "Wonder Woman" Lynda Carter (1975/1979), la femminista Gloria Steinem, l'attivista per i diritti civili Angela Davis e Liza Minnelli che con il musical "Cabaret" di Bob Fosse del 1972 ha contribuito al ritorno di moda degli anni '30.

Charlotte Rampling


Lauren Hutton


Donna Summer


Bianca Jagger in uno scatto di Andy Wharol e durante la famosa festa allo Studio 54 in cui si è presentata in sella a un cavallo bianco:




La "Wonder Woman" Lynda Carter
view post Posted: 1/4/2016, 09:58     ATTIVI PURI COLLISTAR - Di tutto un pò!
Dani direi proprio che il collagene non ti serve ancora! Non avevo capito che la tua mamma fosse over 70, ti ho dato indicazioni over 50, allora il collagene le è molto più utile e darei un 'occhiata per l 'inverno o la sera anche all'ACE, l'attivo specifico per la sua età sarebbe l'olio omega 3 ma ho paura che le risulti grasso.
view post Posted: 31/3/2016, 17:38     +1Cosa pensano dell'ecobio famiglia e amici - Di tutto un pò!
Come le altre già sanno, sono cresciuta in una delle prime aziende agricole bio d'Italia, per me è sempre stato lo stile di vita di tutta la famiglia, è parte integrante della mia educazione e non riesco a immaginare di comportarmi in un'altro modo. Ho vissuto sulla mia pelle i pregiudizi, l'ostilità, l'astio delle persone; fino a pochi anni fa eravamo considerati hippy senza speranza o addirittura pericolosi avvelenatori di acque e terreni (si, c'è stato un periodo fra gli anni 80 e 90 in cui in Italia si credeva che il bio fose MENO sano e poco sicuro), ci fu addirittura una manifestazione contro il nostro primo negozio! Il costo più alto ormai è spesso dovuto a un rispetto maggiore della manodopera (niente a che fare con lo schiavismo di certi grandi proprietari terrieri) o a eventi metereologici disastrosi (siccità, malattie, tempeste di grandine, ecc.), ormai si trova dell'ottimo bio certificato anche nei supermercati (la qualità di Viviverde Coop è altissima), discount (specie i tedeschi che consumano bio dagli anni 70) o si può risparmiare ancora di più comprando direttamente dal produttore o partecipando a un GAS (gruppi di acquisto autonomo). NaturaSi e CuoreBio invece fanno spesso rialzi insensati, hanno una politica interna degna delle peggiori Esselunga, sfruttano la moda e non sono una catena che consiglierei ma mi rendo conto che spesso sono gli unici facili da trovare. Detto questo, molta della nuova ondata green da fastidio anche a me, ci sono certi vegani-macrobiotici-biotalebani-ecosnob così invasati da sembrare degli estremisti religiosi, un atteggiamento così rigido e giudicante da creatura superiore prescelta non porta da nessuna parte, mi fanno solo venire voglia di entrare nel primo MacDonald's!! :D Se mi posso permettere, vedo che scrivi dal Veneto e non è proprio una delle regioni più progressiste e aperte di mente che ci siano sull'argomento, in Trentino per esempio la coscienza ecologica è molto più sviluppata e vengono fatti progetti ad hoc nelle scuole sin dall'asilo.

P.S. sul fumo ti do assolutamente ragione!
view post Posted: 28/3/2016, 15:09     +2Makeup d'epoca: gli anni '60 - Di tutto un pò!


Gli anni '60 sono stati un periodo ricco di fermenti culturali, grandi cambiamenti sociali e morali ma anche pieno di contraddizioni, attraversato da una vena più leggera e superficiale. Infatti, se l'ideale di un corpo sempre più magro e giovane, l'attenzione a tutto ciò che è di moda (hip, cool, in, it) e l'ossessione per la celebrità in quanto tale ha le sue radici negli anni 20, è proprio negli anni 60 che diventa quel fenomeno di massa che conosciamo ancora oggi. Per la prima volta i giovani sono in larga maggioranza, alla ricerca di un nuovo modo di rappresentare se stessi e di interagire con il mondo, in aperto contrasto con le generazioni precedenti considerate troppo conformiste e conservatrici. In un contesto come questo, con un'intera generazione alla ricerca di un nuovo modo di essere, il look diventa fondamentale:

- stile MOD ("modern", inizio anni 60): capelli corti e dalla forma tondeggiante per tutti; da paggio o a elmetto come i Beatles per i ragazzi, caschetto a cinque punte o pixie cut come quelli creati da Vidal Sassoon per Mary Quant e Mia Farrow per le ragazze. La bellezza Mod ideale è incarnata alla perfezione da Twiggy, l'opposto della pin up iperfemminile, materna e tutta curve dei decenni precedenti: esile, minuta, acerba, fragile, magrissima, dal fascino androgino-adolescenziale, spettinata, con pelle perfetta, occhi grandi e bocca piccola, una Lolita apparentemente inconsapevole della propria sensualità (il libro di Nabokov viene pubblicato in Europa proprio in questo periodo). Gli accessori feticcio sono l'eye liner, usato in modo grafico e creativo sull'intera area perioculare, e le ciglia finte applicate intere, a ciuffi, a coppie, al contrario, sulla rima superiore, inferiore, disegnate con la matita, ecc. Gli ombretti si ispirano all'arte contemporanea, i colori saturi e vivaci della pop art si alternano al gioco di opposti in bianco e nero dell'optical art. Lo sguardo viene reso più ampio e profondo grazie alla tecnica del cut crease che consiste nel tracciare una linea curva più scura sull'intera lunghezza della piega dell'occhio in contrasto con una palpebra mobile più chiara e luminosa. La bocca è in secondo piano, struccata, pallida, con un leggero velo di gloss trasparente o annullata con fondotinta, cipria e correttore (i rossetti beige non esistevano). I cappelli tradizionali vengono sostituiti da berretti morbidi dalla visiera rigida.

Twiggy, come molte modelle, si truccava e vestiva da sola prima di ogni servizio fotografico; ai tempi, nel mondo della moda, non esistevano ancora figure professionali come stylist e makeup artist.








Anche un'amante dello stile anni '50 come Audrey Hepburn si lascia sedurre dal cut crease:



Vidal Sassoon all'opera su Mia Farrow e Mary Quant





Il famoso caschetto a cinque punte



- stile futuristico-spaziale: ispirato al ruolo di Jane Fonda in "Barbarella" e al generale senso di ottimismo dato dalle continue scoperte tecnologiche e dai viaggi nello spazio che facevano sentire il futuro immaginato dalla fantascienza sempre più vicino. I colori più usati erano il bianco e l'argento, con effetto frost (ghiacciato), perlato o metallizzato, cercando di replicare i riflessi lucidi dei nuovi materiali (plastica, vinile, rodio, acciaio, ecc.) usati da stilisti innovativi come Paco Rabanne, Pierre Cardin e Courreges. Capelli lunghi, lisci o leggermente ondulati, preferibilmente biondi, molto cotonati, soprattutto nella parte superiore del capo. I copricapi ricordano i caschi da fantino e astronauta.

Rossetto bianco e finish frost per labbra "spaziali"







Il nuovo look cotonato e biondo platino di Brigitte Bardot si ispira a questa tendenza



Jane Fonda in "Barbarella" di Roger Vadim (1968), costume e stivali di Paco Rabanne.


- stile bon ton e glamour: di giorno ispirato a Jackie Kennedy con colori pastello, tailleur e cappottini dal taglio sobrio e lineare, cappellini geometrici (pill box), unghie-guance-occhi-labbra rigorosamente della stessa tinta e finish (molto amato il rosa perlato che viene dichiarato colore dell'anno nel 1962) e capelli sempre perfettamente in piega grazie a posticci, toupet e parrucche che proprio in questi anni raggiungono l'apice di vendita e produzione. Per questo tipo di cliente benestante, matura e alla ricerca di qualcosa di meno alternativo e più curato, Helena Rubinstein istituisce con grande successo il "Day of Beauty": 6/7 ore da dedicare completamente a sè stesse fra massaggi, ginnastica, dieta, pulizia del viso, manicure, pedicure, trucco, ecc. Di sera i modelli di riferimento sono la moglie dello scià di Persia Farah Diba, Priscilla Presley e Liz Taylor in "Cleopatra" (1963). Il look diventa più intenso e scenografico con capelli nero pece lisci, gonfi e voluminosi, ombretti sgargianti (bianco gesso, turchese, verde smeraldo) e un uso massiccio dell'eyeliner liquido e in gel sia sulle sopracciglia, per renderle più scure e definite, che attorno all'occhio allungandosi sopra e sotto in una o più code verso l'alto che possono arrivare fino alle tempie in un'evoluzione drammatica del tipico cat eye anni '50 (tiger eye).

Il must have della signora perbene: rossetto rosa perlato da abbinare ad accessori dello stesso colore



Jackie Kennedy con il pill box


La "cofana" di Priscilla Presley :)




Liz Taylor dentro e fuori il set di "Cleopatra". A causa di questioni sindacali, era spesso costretta a truccare da sola se stessa e alcune comparse; una volta finito di lavorare, passeggiava per Roma senza cambiarsi contribuendo a diffondere la nuova moda ancora prima che il film uscisse nelle sale.



Sophia Loren, il tiger eye più famoso del cinema



- stile hippy (fine anni 60): chiome lunghissime, liscie o mosse, spesso con la riga in mezzo, senza messa in piega, lasciate crescere libere e selvagge sia per le ragazze che per i ragazzi, con grande scandalo dei benpensanti. I fermacapelli di plastica a forma di margherita di Mary Quant diventano dei fiori veri e propri, intrecciati con perline, nastri, piume e laccetti di cuoio. Il trucco diventa un modo per esprimere se stessi e lo spirito dell'epoca, esce dai ristretti confini del viso per estendersi a tutto il corpo con scritte, simboli, disegni astratti o floreali, ponendo le basi per quello che sarebbe diventato il body painting e la body art. Grande fascino per tutto ciò che è naturale e orientale, che rispetta l'ambiente e punta a unire in armonia esteriorità e spiritualità come yoga, meditazione, oli essenziali, massagi olistici, aromaterapia, cristalloterapia, cromoterapia, ecc.



Icone di stile: le modelle smettono di essere anonime indossatrici e diventano delle star in grado di influenzare usi e costumi della società, fra le più amate: Twiggy, Penelope Tree, Jane Shrimpton, Veruschka e Edie Sedwigck, musa di Andy Warhol.

Penelope Tree, la prima ad applicare le ciglia finte al contrario e sulla rima inferiore


Veruschka ha partecipato a "Blow Up" di Antonioni ed è diventata una quotata body painter


Lo stile di Edie Sedwickg è stato protagonista di vari servizi su Vogue e ha scatenato dei veri e propri fenomeni di emulazione, in particolare le hanno copiato la calzamaglia nera coprente usata al posto dei pantaloni, le t-shirt da uomo a righe orizzontali come mini abito, le pellicce corte ma voluminose e gli orecchini etnici giganti che sfiorano le spalle.

Le attrici perdono l'aura di divismo e tornano ad essere delle semplici ragazze della porta accanto, a colpire l'immaginario collettivo non è più il loro stile ma quello dei personaggi che portano sullo schermo: Faye Dunaway in "Bonnie and Clyde", Jean Seberg in "Fino all'ultimo respiro", Julie Christie in "Darling", Jane Fonda in "Barbarella", Mia Farrow in "Rosemary's Baby", Monica Vitti nella trilogia dell'incomunicabilità ("L'avventura", "La notte", "L'eclisse") e "Deserto Rosso" di Michelangelo Antonioni, ecc.

Jean Seberg in "Fino all'ultimo respiro" di Jean-Luc Godard (1960)


Faye Dunaway in "Bonnie and Clyde" di Arthur Penn (1967)


Monica Vitti

Nella musica: Joan Baez, Janis Joplin, Francoise Hardy, Patty Pravo, Mina e Maria Callas, diventata per molte donne il simbolo dell'anatroccolo brutto e goffo trasformato in uno splendido cigno.

Janis Joplin


Mina a inizio e fine anni '60, tiger eye per la tigre di Cremona




Maria Callas
view post Posted: 25/3/2016, 12:13     Makeup d'epoca: gli anni '50 - Di tutto un pò!
Negli Usa era di uso comune in quasi tutti gli strati sociali, sono gli anni del boom della borghesia, in Europa e in Italia si sta uscendo dalla guerra e c'è ancora molta povertà, l 'ideale femminile però e lo stesso per tutte in particolare l'abbinata labbra rosse (sempre almeno nelle occasioni speciali) e/o cipria e i capelli messi in piega con i bigodini, se ci fai caso è l'acconciatura che hanno tutte le attrici dei vari film "poveri ma belli", era essenziale per sentirsi a posto.
view post Posted: 21/3/2016, 11:36     +1Makeup d'epoca: gli anni '50 - Di tutto un pò!
L'immagine "Ceil de Biche" (Occhi di cerbiatta) creata da Erwin Blumenfeld con la modella Jean Patchett e usata come copertina di Vogue del Gennaio 1950, rappresenta la quintessenza dello stile che avrebbe dominato quegli anni:



- sopracciglia perfettamente arcuate ripassate con la matita marrone

- labbra rosse ben definite dalla matita contorno labbra e da più strati di rossetto dello stesso colore

- incarnato pallido, omogeneo, senza difetti, reso opaco dalla cipria in polvere bianca applicata con il piumino su cui spicca per contrasto un piccolo neo finto disegnato per vezzo

- "occhi da cerbiatta" con ciglia all'insù e aperte a ventaglio grazie a piegaciglia (spesso riscaldati con ogni mezzo possibile), mascara, ciglia finte, un velo di ombretto ed eye liner.

L'eye liner, rigorosamente nero, all'inizio degli anni '50 viene usato solo per coprire l'attaccatura delle ciglia finte, è una riga sottile senza codina o con la codina all'insù appena accennata, nel corso del decennio diventa più spessa e importante, prima solo nella parte esterna sempre più allungata ed estesa verso l'alto, poi su tutta la rima palpebrale, fino a diventare, alle porte degli anni '60, il punto focale di tutto il look.

L'eyeliner in pasta densa e cremosa veniva applicato con un pennello dalla punta sottile


In questi anni avviene il passaggio dal mascara originale sottoforma di panetto solido sopra cui viene sfregato un pettine simile a uno spazzolino da denti a quello in tubo con scovolino che usiamo ancora oggi:


In realtà la donna comune nella vita di tutti i giorni osava con il colore molto più di quanto l'immaginario hollywoodiano ci abbia fatto credere. Le palette del make up cambiavano almeno due volte l'anno di pari passo con quelle della moda per i vestiti. Ai tempi era molto più importante che l'ombretto si abbinasse alla borsetta o alle scarpe piuttosto che valorizzare la donna che lo indossava. Erano considerati raffinati abbinamenti come ombretto verde ghiaccio+matita verde bosco+mascara color rame o ombretto azzurro argentato+ matita blu notte+mascara viola. La combinazione di maggior successo fu ombretto e/o mascara turchese+ labbra arancio sfoggiata anche da Tippi Hedren ne "Gli Uccelli" di Hitchcock.

Ombretto verde muschio, uno dei colori best seller assieme a lilla e azzurro






Tippi Hedren ne "Gli Uccelli"

Il fondotinta era molto più pesante di quello che siamo abituate a usare oggi, veniva steso in spessi strati come se fosse una maschera umida, di parecchi toni più chiaro del colore naturale della pelle nel caso delle donne più eleganti e sofisticate, di un marrone artificiale per chi voleva simulare l'abbronzatura di una vacanza che ancora non si poteva permettere. Il collo di solito veniva trascurato rendendo piuttosto visibile lo stacco netto della maschera perfetta, finta e vistosa che doveva rappresentare il make up di quest'epoca.

Fondotinta liquido e luminoso, un grande cambiamento dopo decenni di cipria in polvere opacizzante



Beauty tutorial di Helena Rubinstein. La creatività non era contemplata, ogni ora del giorno e situazione sociale prevedeva un look e regole ben precise da rispettare.


Leggenda vuole che alcuni mariti non siano mai riusciti a vedere le mogli al naturale, piuttosto si svegliavano un'ora prima per rendersi impeccabili, si coricavano solo a luci già spente o, addirittura, andavano a letto con un trucco serale creato apposta per dormire e i momenti d’intimità. I giornali femminili erano ricchi di consigli su come apparire al meglio e i saloni di bellezza avevano corsi in cui era possibile imparare a truccarsi. I prodotti più ambiti erano la cipria compatta Cream Puff di Max Factor (pubblicizzata da Ava Gardner nel '53 e da GwynethPaltrow nel 2013), il suo correttore e copriocchiaie Erase del 1954, primo prodotto di camouflage per il grande pubblico, il sapone LUX e il Silken Lipstick di Helena Rubinstein, il primo rossetto in stick arricchito da proteine della seta dalla consistenza cremosa, morbida e idratante.

Ava Gardner per Max Factor



Ovviamente anche mani e piedi dovevano essere ben curati con le unghie dipinte dello stesso colore e in tinta con il rossetto, in tutte le sfumature di rosso possibile, corallo e arancio. La manicure tipica era ovale e allungata, quasi a punta, ma spesso si preferiva usare direttamente le unghie finte.

I capelli potevano essere lunghi o corti, raccolti o sciolti, ma sempre perfettamente in piega con permanente o bigodini (anche auto riscaldanti), il biondo platino, miele e fragola era fra i colori più amati mentre il rosso "alla Gilda" era ancora considerato poco serio. Si faceva largo uso di frange, chignon e toupet posticci. Verso la fine del decennio lo stile è più vaporoso con volumi e cotonature sempre più ampi e la lacca diventa un accessorio indispensabile.

L'immancabile lacca


Uno dei tagli più diffusi e amati


Per non rovinare la messa in piega i cappellini venivano spesso sostituiti da piccoli eleganti copricapi attaccati direttamente ai capelli



Il parrucchiere era un'importante luogo di ritrovo, uno dei pochi in cui le donne si sentivano libere di essere se stesse


Per la prima volta viene realizzata una linea di make up specifica per le teenagers che, grazie al boom economico, cominciano ad avere una paghetta da investire. Il trucco è simile a quello delle madri ma meno preciso, con frangette corte, sopracciglia più larghe e folte, labbra "imbronciate" poco definite e code di cavallo ispirate alle giovani Brigitte Bardot e Audrey Hepburn.

Audrey Hepburn e Brigitte Bardot all'inizio della loro carriera


Icone di stile: Anna Magnani, Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Grace Kelly, Liz Taylor, Doris Day, Evita Peron, Anita Ekberg, ecc.

Liz Taylor


Sophia Loren


Gina Lollobrigida


Grace Kelly

Marylin Monroe merita un discorso a parte, è diventata il simbolo degli anni '50 ma, nonostante il suo look sia uno dei più amati e imitati, nasconde ancora tanti piccoli segreti. Per esempio amava spignattare personalmente il suo balsamo labbra ed era talmente gelosa della ricetta da volerla brevettare, applicava le ciglia finte solo nell'angolo esterno per ottenere uno sguardo sexy, socchiuso e velato e inseriva all'interno della rima palpebrale inferiore una matita rossa per rendere ancora più chiaro il bianco dell'occhio. Esasperava il contouring per ottenere un viso il più possibile a forma di cuore, usava uno spesso strato di vaselina sotto il fondotinta come se fosse un primer per ottenere un effetto "glow" illuminante in aperto contrasto con il trend opacizzante dell'epoca e sulle labbra arrivava ad avere anche 6/7 strati di prodotti fra burrocacao, vaselina, cipria, matita e almeno 2 o 3 rossetti di colore diverso, ecc. Nella maggior parte dei suoi film quello che sulla sua bocca sembra rosso in realtà è un rosa baby, il vero rosso sarebbe sembrato nero sulle pellicole dell'epoca.



Pubblicità per i cosmetici della famiglia Westmore, costruttori di parrucche, sono diventati i primi truccatori ufficiali dei grandi studios hollywoodiani inventandosi da zero la professione.


Per chi volesse saperne di più:





Edited by missholly - 21/3/2016, 18:31
view post Posted: 18/3/2016, 18:42     ATTIVI PURI COLLISTAR - Di tutto un pò!
CITAZIONE (Il Bosco di Anthea @ 17/3/2016, 19:28) 
Grazie mille...gentilissima ^_^

Se ho capito bene la storia dei pesi molecolari vernile dovrebbe averlo aggiunto da poco ai suoi prodotti, questo il link www.farmaciavernile.it/index.php?pa...chk=1&Itemid=65
giusto??

si ma è talmente concentrato che non puoi usarlo da solo, devi diluirlo, l'ideale sarebbe abbinarlo a uno a alto peso magari con del gel d'aloe o carragenina come addensanti?
P.S. il tuo avatar felino è meraviglioso, mi ipnotizza! :oooh:
view post Posted: 17/3/2016, 19:16     ATTIVI PURI COLLISTAR - Di tutto un pò!
Quasi di sicuro hai usato quello ad alto peso molecolare venduto dalla maggior parte dei siti, quando è triplo viene specificato perché ha un valore completamente diverso sia per l'acquirente che per il produttore, fra i pochi a dichiarare il triplo peso è un noto sito polacco di materie prime, trovi più info sul forum di Lola ;-)
view post Posted: 15/3/2016, 17:07     Makeup d'epoca: gli anni '40 - Di tutto un pò!
Grazie ragazze, ho sempre paura di annoiarvi! :uhhh:

CITAZIONE (Burning_Phoenix @ 15/3/2016, 09:00)
un sacco di notizie interessanti, ho scoperto da dove arriva il risciacquo acido (e con la birra che ora sta tornando di "moda")

Il risciacquo con acqua e limone, aceto o birra è ancora più antico, lo usavano già gli egizi, greci e romani, sono perle di saggezza popolare che hanno attraversato i secoli! :)

CITAZIONE (pennydue @ 15/3/2016, 09:31)
Praticamente i MUA non hanno inventato nulla ma solo "riciclato" idee altrui

Ho googlato un po' per sapere altro su max factor, ha davvero creato un mondo

Si, lui, Helena Rubistein e Elizabeth Arden sono stati dei pionieri, in pratica la maggior parte di tecniche e prodotti che usiamo ancora oggi li hanno inventati loro o le clienti per cui lavoravano!
view post Posted: 14/3/2016, 18:40     +3Makeup d'epoca: gli anni '40 - Di tutto un pò!
"La moda è indistruttibile" Cecil Beaton per Vogue UK (1942):



Nonostante lo scoppio della seconda guerra mondiale l'industria della bellezza in questi anni non conosce crisi, anzi, continua ad aumentare i propri guadagni grazie alle donne che cominciano a considerare i cosmetici beni di prima necessità di cui non è più possibile fare a meno per non lasciarsi andare, farsi trovare pronte all'improvviso ritorno del marito dal fronte e, soprattutto, essere impeccabili nel mondo del lavoro in cui cominciano a farsi sempre più strada.

Nelle pubblicità era ricorrente il riferimento alla guerra e al senso di responsabilità femminile





A causa della mancanza di materie prime come grassi e glicerina la qualità dei prodotti era scarsa, si stendevano con difficoltà, in modo poco omogeneo e, una volta asciutti, tendevano a sgretolarsi e a staccarsi in spessi strati. Ma la necessità aguzzò l'ingegno! C'era chi tingeva ciglia e soppracciglia con lucido per stivali e vernice per scarpe, chi colorava guance e labbra con infusi di petali e nastri colorati intinti nel vino rosso e chi, non potendo permettersi shampoo e balsamo, faceva impacchi con il tuorlo d'uovo e risciacqui con birra o aceto.

Data la scarsità di mezzi a disposizione, il trucco era semplice ma di grande effetto




Punto focale del look erano le labbra rosso scuro, ben definite e disegnate, rese il più possibile piene e a forma di cuore e le soppracciglia molto curate, sottili e arcuate, ritoccate spesso con la pinzetta. Sul resto del viso le americane erano decisamente più avvantaggiate, dalla fine degli anni '30 avevano a disposizione il Pan Stick (fondotinta compatto) di Max Factor che permetteva loro di coprire, uniformare e opacizzare in unico gesto, mentre le europee dovettero accontentarsi ancora a lungo della semplice cipria in polvere. Il trucco degli occhi era minimo, palpebre nude o con un'ombra appena percettibile e spesso il mascara veniva sostituito inumidendo le ciglia con dell'acqua per renderle più lucide e incurvandole con le dita o il dorso di un cucchiaino. L' uso dell'eye liner, prerogativa di showgirl e modelle, si diffonde solo diversi anni dopo la fine della guerra, quando comincia a farsi strada un nuovo ideale di donna con occhi grandi e labbra più chiare, giovane, allo stesso tempo sexy e infantile, incarnato alla perfezione da Brigitte Bardot nel decennio successivo.

Il fondotinta compatto di Max Factor (Pan-cake e Pan-stick) è stato il primo prodotto di questo genere destinato al grande pubblico, ispirato al cerone professionale per attori (greasepaint)



Il trucco delle gambe era ancora più importante di quello del viso, le donne "perbene" non potevano uscire a gambe scoperte ma le calze di seta erano diventate troppo costose e quelle di nylon introvabili, perciò cominciarono a disegnarsi sul retro delle gambe una lunga linea continua scura (a volte colorando anche il tallone) a replicare la cucitura delle autoreggenti. Un'altra possibilità erano le creme colorate ma richiedevano parecchio tempo per assorbirsi e asciugarsi e spesso il risultato era a macchie, sporcava gli abiti e spariva alla prima goccia di pioggia o fango.


I capelli tagliati nei saloni venivano raccolti e riciclati dall'industria bellica come fili da cucire ma erano ben poche le persone che potevano permettersi il lusso di una parrucchiera, per questo si diffuse l'abitudine di portare i capelli arrotolati su se stessi o avvolti attorno alla testa e spinti verso l'alto nel modo più creativo possibile. I raccolti più popolari erano l'elmo, i victory rolls e lo chignon, creato per una sfilata di Balenciaga del '44 e destinato a diventare un'acconciatura senza tempo. Diventa di moda anche portare turbanti, fasce, fazzoletti, grandi fiori e cappellini eccentrici, un modo elegante, economico e veloce per coprire una testa poco curata. I capelli lunghi e sciolti erano lasciati alle dive di Hollywood, la pettinatura più imitata era quella di Veronica Lake con onde morbide e vaporose frutto di una permanente con ricrescita e una riga a lato talmente accentuata e in avanti da coprire metà viso. Il governo americano fu costretto a chiederle di tagliarsi i capelli "per il bene della nazione" a causa dei troppi incidenti capitati alle casalinghe e operaie che cercavano di copiarla (perdita della vista, ustioni, ciocche incastrate negli ingranaggi).

Acconciature


Carmen Miranda porta in scena la tendenza a decorare i turbanti con fiori, frutta e verdura vera o finta



Le "onde" di Veronica Lake


Icone di stile: le "ragazze calendario" considerate fondamentali per tenere alto il morale delle truppe come le sweater girls (con maglioncino corto e aderente) fra cui una giovanissima Norma Jean prima di diventare Marylin Monroe, le cotton dress girls (acqua e sapone), le satin sweethearts (più seducenti, ispirate a Jean Harlow in abito di seta "seconda pelle"), le california girls (pelle dorata, aria sana e sportiva) e le vere e proprie pin up girls, in abiti succinti, lingerie o costume da bagno, simbolo di una sensualità ironica e giocosa. La più amata era Betty Grable che assicurò le sue gambe, che oggi verrebbero considerate troppo corte e poco slanciate, per la cifra record di un milione di dollari.

Betty Grable, "la donna con le gambe più belle del mondo"



Per evitare la censura, spesso le immagini originali venivano dipinte o trasformate in un disegno a fumetti



Un altro tipo di femminilità più matura, forte e indipendente veniva incarnato dalle grandi attrici di Hollywood come Bette Davis, Katharine Hepburn, Joan Crawford, Ingrid Bergman, Ava Gardner, Rita Hayworth e Lauren Bacall.

Bette Davis


Katharine Hepburn


Joan Crawford

Tutorial d'epoca (materiale d'archivio originale!):
view post Posted: 10/3/2016, 09:52     Makeup d'epoca: gli anni '20 - Di tutto un pò!
CITAZIONE (pennydue @ 9/3/2016, 10:00) 
Interessante e corredato da splendide foto

Grazie Holly

Grazie a te Penny, che bello riaverti tra noi! ! :-) <3
2032 replies since 14/7/2013