Makeup d'epoca: tecniche e prodotti

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missholly
view post Posted on 2/10/2016, 10:31 by: missholly     +1   +1   -1
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IL ROSSETTO: Nell'800 e agli inizi del '900 dipingersi le labbra era considerato socialmente riprovevole, relegato solo ad attrici e prostitute. Le prime donne comuni a osare in pubblico sono state le suffragette che hanno trasformato quello che oggi consideriamo un banale gesto quotidiano in un atto rivoluzionario. Nel 1915 una piccola azienda del Connecticut produce il primo rossetto in stick inserito in una confezione cilindrica di metallo con due levette ai lati che ne permettono la fuoriuscita; da quel momento in poi, in breve tempo, si sono susseguiti centinaia di progetti concorrenti basati su minime variazioni del modello originale. La cattiva qualitą delle luci, macchine da presa e fotografiche d'epoca ha spesso creato falsi miti sui colori pił usati, il rosso scuro/prugna quasi nero degli anni '20 era in realtą un rosso caldo aranciato mentre il rosso fuoco anni '50 era spesso un rosa baby nei film e un corallo nelle foto. Tangee (un arancio brillante che prometteva di cambiare e adattarsi una volta indossato) e Woodbury sono stati i primi marchi a larga diffusione, economici, esposti in piena luce vicino alla cassa nei drugstore inglesi e americani invece che essere nascosti sotto i banconi delle farmacie assieme ai contraccettivi come se fossero qualcosa di cui vergognarsi. Erano estremamente semplici, a base di oli vegetali (di solito ricino), cere animali e pochi essenziali pigmenti, molto confortevoli, simili a un burrocacao colorato ma irrancidivano facilmente. I primi rossetti a lunga durata risalgono a fine anni '40, erano indelebili, macchiavano le labbra per giorni, contenevano sostanze tossiche come cadmio e piombo, avevano una consistenza poco piacevole, granulosa, simile a sabbia o carta vetrata ed erano talmente dissecanti da tagliare e ferire la mucosa delle labbra. Il brevetto originale era del chimico Hazel Bishop, ma il grande successo commerciale fu di Charles Revson (fondatore della "Revlon") che rubņ e copiņ spudoratamente l'idea unendola all'innovativa intuizione di marketing di abbinare i colori dei nuovi rossetti agli smalti gią in vendita. Solo negli ultimi 15/20 anni, con l'inserimento di oli siliconici volatili e non, acrilati e polimeri sintetici, si č riusciti a mettere a punto formule realmente resistenti a cibo e bevande, impeccabili per ore, dalla texture setosa, sottile e scorrevole. I primi esperimenti di questo tipo sono stati il ColorStay di Revlon a fine anni '90, water resistant ma troppo opaco e asciutto, e il Lipfinity di Max Factor a inizio 2000, diviso in due parti, una di colore puro da stendere con attenzione e lasciare asciugare, e una idratante e sigillante da applicare in un secondo momento. Culturalmente il momento d'oro del rossetto si pone fra la 2°guerra mondiale e gli anni '50 quando prendersi cura di sč era considerato un dovere morale e sembrava impossibile uscire di casa senza un velo di colore sulle labbra. Nei decenni successivi conosce un lento oblio, considerato "un trucco per vecchie signore" negli anni '60 e '70 fino agli anni '90/2000 in cui viene completamente eclissato nelle vendite da gloss, lucidalabbra e formati sheer, perlati, glitterati e brillanti. Torna di gran moda solo di recente sia con lo stick tradizionale con finish cremoso, satinato e vellutato sia con le tinte liquide opache a base alcolica che, una volta evaporata, lascia un film aderente e resistente sfruttando la tecnologia nata grazie ai fondotinta siliconici di nuova generazione.
 
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9 replies since 21/8/2016, 17:21   370 views
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