Makeup d'epoca: la Belle Epoque

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missholly
icon12  view post Posted on 29/2/2016, 17:50 by: missholly     +1   +1   -1
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La tipica bellezza tra fine '800 e inizio '900 prevedeva grandi occhi tondi infantili, un vitino da vespa stretto da un bustino con le stecche di balena, un'accentuata linea a clessidra o a S e un'aria naturale, fragile, delicata, malaticcia. Ufficialmente era tabù tutto ciò che era artificiale come trucco e tinte per capelli.


La pelle doveva essere il più pallida possibile per distinguersi da quella arrossata e abbronzata delle classi più umili e per ottenerla le donne erano disposte a tutto usando fluidi e creme sbiancanti a base di candeggianti, piombo e arsenico. Indispensabili prima di uscire l'ombrellino parasole e la cipria di riso. Nelle occasioni speciali spesso venivano ripassate le vene e i capillari su collo, tempie e decolleté con il colore verde/viola/blu per accentuare ancora di più il contrasto con il candore della pelle e aumentare l'aria cagionevole.

Il prodotto must have di questo periodo: Valaze, la prima crema pastorizzata e a lunga durata dalle proprietà schiarenti, idratanti e protettive



Le unghie erano lasciate al naturale o lucidate con una pasta levigante.

I capelli bianchi non davano fastidio anzi si pensava che ringiovanissero mentre i capelli lisci e piatti erano considerati sinonimo di brutto carattere. La donna ideale li portava ondulati, vaporosi e morbidamente raccolti, per arrivare a questo risultato si usavano ferri arricciacapelli, permanenti, toupet e ciocche posticce da intrecciare a quelle vere (antenate delle extensions!). La pettinatura più famosa era la Gainsborough ispirata ai quadri dell'omonimo pittore. All'aperto la testa doveva sempre essere coperta, di solito da un cappello a tesa larga decorato con nastri, fiori o piume. Il peso che le donne sostenevano sul capo era talmente tanto che erano costrette a indossare un supporto speciale alla base del collo (collier de chien) e a camminare piano con un portamento rigido ed eretto.

Capelli e cappelli






In mezzo a tutto questo perbenismo una nota stonata: molte ragazze di buona famiglia portavano anellini ai capezzoli (piercing), probabilmente per alzare il seno, aggiungendo altro dolore fisico alla tortura imposta dai bustini spesso talmente stretti da modificare gli organi interni, causare problemi di digestione e respirazione, svenimenti e a volte persino la morte.

Le prime a osare un trucco colorato in pubblico furono le attrici di teatro, già abituate a farlo per lavoro, e le suffragette che capirono subito di doversi sempre presentare in modo impeccabile per evitare accuse sterili al loro aspetto fisico. Ben presto le donne più in vista e indipendenti iniziarono a imitarle rendendo più comune l'uso della matita per sopracciglia, l'ombretto, il rouge de theatre (blush, fard) e l'henné.

LA GIBSON GIRL: la vera icona di stile di questo periodo non è un personaggio in carne e ossa ma un'illustrazione creata da Charles Dana Gibson e apparsa sul periodico Collier per quasi vent'anni. Fra il 1890 e il 1910 non solo ha influenzato il look e l'abbigliamento delle donne ma anche il comportamento ispirandole a essere più autonome e attive facendo sport, viaggiando e addirittura guidando da sole le prime auto. Piaceva molto anche agli uomini e contribuì a cambiare lo stereotipo della "brava ragazza", per gli scapoli venne stampata una carta da parati con il suo profilo anticipando i poster delle pin up.





Carta da parati per scapoli che anticipa il mondo delle pin up :) :



Altre icone di stile:
le attrici Camille Clifford (la Gibson Girl per eccellenza), Eleonora Duse e Sarah Bernhardt, le ballerine Isadora Duncan e Mata Hari, la scrittrice Edith Warthon.

Camille Clifford

 
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